Limiti - Uso degli ordini di infinito e infinitesimo
Riportiamo qui solo le nozioni essenziali utili per il calcolo
dei limiti, senza alcuna pretesa di completezza, e in maniera
completamente informale. Segnaliamo che la nomenclatura qui
introdotta non è universalmente adottata, e potrebbe
essere notevolmente "razionalizzata".
Supporremo che le funzioni di cui ci occupiamo siano
diverse da zero in un intorno di un punto
c, escluso eventualmente c.
Definizioni fondamentali
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Una funzione si dice infinitesima, per x
tendente a c, se
-
Una funzione si dice infinita, per x
tendente a c, se
.
-
Date due funzioni f e g, entrambe
infinitesime per x tendente a c, si dice
che:
-
f è infinitesimo di ordine superiore a
g se
-
f è infinitesimo di ordine inferiore a
g se
-
f è infinitesimo dello stesso ordine di
g se
-
Date due funzioni f e g, entrambe infinite
per x tendente a c, si dice che:
-
f è infinito di ordine superiore a
g se

-
f è infinito di ordine inferiore a
g se
-
f è infinito dello stesso ordine di
g se
Si noti che, per gli infinitesimi, essere di
ordine
superiore significa essere, in un intorno di
c,
"infinitamente più piccolo", mentre per gli
infiniti essere di
ordine superiore significa essere, in
un intorno di
c, "infinitamente più
grande"; il contrario per il concetto di
ordine
inferiore.
Principio di sostituzione
L'applicazione dei concetti sopra introdotti al calcolo dei
limiti si basa sul cosiddetto principio di sostituzione, di cui
enunciamo qui una forma semplificata.
-
Caso degli infinitesimi. Se f,
f1, g e g1
sono funzioni infinitesime per x tendente a
c, e se f1 e
g1 sono di ordine superiore a f
e g, allora se esiste il
, esiste anche, con lo stesso valore, il
.
-
Caso degli infiniti. Se f,
f1, g e g1
sono funzioni infinite per x tendente a c,
e se f1 e g1
sono di ordine inferiore a f e g, allora se
esiste il
, esiste anche,
con lo stesso valore, il
.
In sostanza il teorema afferma che, nel calcolo del limite di un
rapporto di infinitesimi o di infiniti si possono trascurare gli
infinitesimi di ordine superiore e gli infiniti di ordine
inferiore. Si tratta di un teorema che, se ben applicato,
consente notevoli semplificazioni nel calcolo dei limiti.
Ordini rispetto ad un campione
-
Date due funzioni f e g, entrambe
infinitesime o entrambe infinite per x tendente a
c, si dice che f ha ordine (di infinitesimo
o di infinito) α (>0), rispetto a g, se
f e |g|α hanno lo stesso
ordine. Si usa dire che f ha ordine α rispetto
all'infinitesimo campione g.
-
Nel caso di x tendente a c
R si assume come campione standard
di infinitesimi la funzione g(x) =
x-c, come campione standard di infiniti la
funzione g(x) = 1/(x-c).
-
Nel caso di x tendente a ∞ si assume come
campione standard di infinitesimi la funzione
g(x) = 1/x, come campione
standard di infiniti la funzione g(x)
= x.
-
Quando si parla di "ordine di infinito" si intende
sempre ordine rispetto al campione standard.
-
Purtroppo, in generale, una funzione infinita o infinitesima
non ha un ordine rispetto al campione standard. Si usano
spesso, in questi casi, nomenclature come "ordine
soprareale, infrareale, sottoreale". Questi
concetti non hanno però una grande importanza nel
problema del calcolo dei limiti. La cosa essenziale da
ricordare è il principio di sostituzione sopra
menzionato, dove non conta l'ordine, ma l'essere di
"ordine superiore" o di "ordine
inferiore".
Alcuni casi importanti (conseguenze di limiti notevoli)
-
Per x tendente a +∞ lnx ha ordine (di
infinito) inferiore a qualunque potenza di x.
-
Per x tendente a +∞ ex ha
ordine (di infinito) superiore a qualunque potenza di
x.
-
Per x tendente a +∞ coshx,
sinhx ed ex hanno lo stesso ordine (di
infinito).
-
Per x tendente a zero, sinx,
ln(1+x), ex-1, tanx
hanno ordine 1, 1-cosx ha ordine 2.
Il simbolo "o piccolo"
Il simbolo o piccolo, introdotto da Edmund Landau (nel
1909) è molto usato nella teoria degli infiniti ed
infinitesimi. Si dà la seguente definizione: f è o
piccolo di g, per x → c, se
.
In sostanza dire che f è o
piccolo di g, significa dire che f
è "infinitamente più piccola" di
g, ovvero che è, se infinitesimo, di ordine
superiore, se infinito, di ordine inferiore. Con questa
notazione il principio di sostituzione si può enunciare
semplicemente dicendo che si possono "trascurare gli o
piccolo", in un calcolo di limiti coinvolgenti
infiniti o infinitesimi.
Algebra degli infiniti ed infinitesimi
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La somma di due infinitesimi di ordine α e β con
α<β è un infinitesimo di ordine α.
-
La somma di due infiniti di ordine α e β con
α<β è un infinito di ordine β.
-
La somma di due infinitesimi di ordine α è un
infinitesimo di ordine ≥α.
-
La somma di due infiniti di ordine α o non è un
infinito, o è un infinito di ordine ≤α.
-
Il prodotto di due infinitesimi (o infiniti) di ordine
α e β è un infinitesimo (o infinito) di
ordine α+β.
copyright 2000 et seq. maddalena falanga & luciano battaia
pagina pubblicata il 06/12/2004 - ultimo aggiornamento il
06/12/2004