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Henry Poincarè

Nel 1855 muore Carlo Federico Gauss, e con lui si riteneva che fosse morto l'ultimo dei matematici universali della storia: vista la complessità raggiunta dalla matematica non sarebbe più stato possibile per un singolo uomo spaziare su tutti gli argomenti che vanno sotto il nome di matematica. Invece era appena nato da un anno, a Nancy, un nuovo genio con le stesse caratteristiche. Poincarè però era profondamente diverso da Gauss e tardò a rivelare il proprio genio. Inoltre egli ammetteva tranquillamente di trovare difficoltà anche nell'eseguire semplici calcoli aritmetici: a ragione Poincarè può essere assunto come esempio per provare che per fare buona matematica non occorre essere dotato di abilità straordinarie nei calcoli, le doti matematiche si rivelano anche in altro modo.

Una delle caratteristiche di Poincarè era il fatto che non si soffermò sufficientemente a lungo su nessun campo da rifinire le proprie ricerche. Per fare un esempio i suoi corsi annuali alla Sorbona spaziavano su argomenti completamente diversi: elasticità, ottica, termodinamica, elettricità, telegrafia, ecc.

Scrisse più articoli probabilmente di qualunque altro nei cinquantotto anni della sua vita e lasciò contributi fondamentali, tra l'altro, anche nella nascente branca della topologia. In ogni caso era un vero vulcano e riusciva ad occuparsi di tutto quanto di nuovo e problematico emergesse nel campo della matematica e della fisica: raggi X, onde hertziane, teorie dei quanti, relatività (dove anticipò alcune idee poi fatte proprie da Einstein).

pagina pubblicata il 01/12/2000 - ultimo aggiornamento il 01/09/2003