 
         
               Se è data una funzione  , si dice spesso, per
               brevità: si consideri la funzione y=f(x). Si
               tratta di una locuzione impropria, in quanto  y
               (=f(x)) è solo l'immagine di x
               tramite la funzione f.
, si dice spesso, per
               brevità: si consideri la funzione y=f(x). Si
               tratta di una locuzione impropria, in quanto  y
               (=f(x)) è solo l'immagine di x
               tramite la funzione f.
            
               É molto importante, in particolare,  ricordare che
               la scrittura y=f(x) non deve essere pensata come
               un'equazione. Se per esempio dico: sia data la funzione
               y=x+1 (oppure t=s+1, o ancora u=v+1,
               ecc.), intendo considerare la funzione che ad ogni numero reale
               fa corrispondere lo stesso numero aumentato di 1 (cioè la
               funzione  ), e questa funzione è
               completamente diversa dalla funzione x=y-1 (cioè
               dalla funzione
), e questa funzione è
               completamente diversa dalla funzione x=y-1 (cioè
               dalla funzione  ), che ad
               ogni numero reale fa corrispondere lo stesso numero diminuito di
               1 (le due funzioni in questione sono una l'inversa dell'altra). Se
               utilizzo un sistema di coordinate in cui metto sull'asse
               delle ascisse il dominio e su quello delle ordinate il
               codominio, come si fa abitualmente, le due funzioni hanno
               grafici diversi e simmetrici rispetto alla bisettrice del primo
               e terzo quadrante. Se invece considero le tre equazioni
               y=x+1, x=y-1, x-y+1=0, esse sono la
               stessa equazione e, in un grafico cartesiano, hanno la stessa
               rappresentazione.
), che ad
               ogni numero reale fa corrispondere lo stesso numero diminuito di
               1 (le due funzioni in questione sono una l'inversa dell'altra). Se
               utilizzo un sistema di coordinate in cui metto sull'asse
               delle ascisse il dominio e su quello delle ordinate il
               codominio, come si fa abitualmente, le due funzioni hanno
               grafici diversi e simmetrici rispetto alla bisettrice del primo
               e terzo quadrante. Se invece considero le tre equazioni
               y=x+1, x=y-1, x-y+1=0, esse sono la
               stessa equazione e, in un grafico cartesiano, hanno la stessa
               rappresentazione.
            
Si noti che, per assegnare una funzione, occorre sempre precisare qual'è il dominio, qual'è il codominio e qual'è la legge che associa ciascun punto del dominio a un unico punto del codominio. Nel caso di funzioni reali di variabile reale, in cui la legge è una successione di "regole di calcolo matematiche", abitualmente si assegna solo il complesso di regole di calcolo e si sottintende che il dominio è il massimo sottoinsieme di R in cui tali regole sono applicabili. Questo dominio si usa chiamare dominio naturale della funzione. Si conviene inoltre che, se non diversamente specificato, il codominio sia tutto l'insieme dei reali.
               La legge che opera sui punti del dominio può essere di
               qualsiasi tipo, e quindi per scriverla esplicitamente non
               esistono regole generali. Per esempio se considero la funzione
               che ad ogni cliente di una banca fa corrispondere il saldo (in
               un determinato giorno) del conto corrente, l’unico modo
               per scriverla è di avere una tabella con due colonne:
               clienti-saldi. Se però si considerano corrispondenze tra
               numeri reali espresse da "regole di calcolo
               matematiche", la funzione può essere scritta in
               maniera compatta. Per esempio: dicendo y=x2
               si intende considerare quella funzione che associa ad ogni reale
               il suo quadrato, dicendo  si intende
               considerare quella funzione che ad ogni reale positivo fa
               corrispondere la sua radice quadrata. Si tratta di scritture
               universalmente adottate e che non pongono problemi di
               interpretazione. É però da sottolineare un fatto:
               nella scrittura
 si intende
               considerare quella funzione che ad ogni reale positivo fa
               corrispondere la sua radice quadrata. Si tratta di scritture
               universalmente adottate e che non pongono problemi di
               interpretazione. É però da sottolineare un fatto:
               nella scrittura  è immediato
               distinguere tra il simbolo utilizzato per la variabile
               indipendente (x), quello utilizzato per la variabile dipendente
               (y) e quello utilizzato per la funzione (
 è immediato
               distinguere tra il simbolo utilizzato per la variabile
               indipendente (x), quello utilizzato per la variabile dipendente
               (y) e quello utilizzato per la funzione ( );
               nella scrittura y=x2 vale lo stesso discorso
               per le variabili x ed y, mentre non è evidenziabile un
               simbolo speciale per la funzione (la funzione in questo caso
               è evidentemente "l’elevazione al
               quadrato"). Per le funzioni potenza si potrebbe utilizzare
               un simbolo particolare, come ad esempio
);
               nella scrittura y=x2 vale lo stesso discorso
               per le variabili x ed y, mentre non è evidenziabile un
               simbolo speciale per la funzione (la funzione in questo caso
               è evidentemente "l’elevazione al
               quadrato"). Per le funzioni potenza si potrebbe utilizzare
               un simbolo particolare, come ad esempio  , ma
               nella prassi questo non si fa, per non appesantire troppo le
               scritture. É comunque opportuno ricordare che nel
               considerare una funzione si deve avere sempre ben presente
               qual’è la legge che associa gli elementi del
               dominio a quelli del codominio e si deve prestare attenzione a
               non confondere la legge con i punti del dominio o con le loro
               immagini.
, ma
               nella prassi questo non si fa, per non appesantire troppo le
               scritture. É comunque opportuno ricordare che nel
               considerare una funzione si deve avere sempre ben presente
               qual’è la legge che associa gli elementi del
               dominio a quelli del codominio e si deve prestare attenzione a
               non confondere la legge con i punti del dominio o con le loro
               immagini.
            
In molte applicazioni (per esempio in fisica) capita spesso di dover considerare contemporaneamente diverse funzioni: per semplificare le notazioni si utilizza spessissimo la convenzione di indicare la funzione con lo stesso nome della variabile dipendente. Per esempio per considerare la legge oraria si scrive x=x(t), anziché x=f(t), per considerare il diagramma delle velocità si scrive v=v(t), e così via. Questo tipo di notazioni è di grande utilità in tutti i casi (semplifica la vita in quanto rende molto più evidente il significato delle cose con cui si lavora), ma può essere fonte, a volte, di confusione: nella scrittura x=x(t) la prima x rappresenta un numero reale (il valore dell'ascissa raggiunta dal punto nell'istante t), mentre la seconda x rappresenta una legge (magari molto complicata!), che ad ogni tempo t di un dato intervallo fa corrispondere un unico valore di x.