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Liceo ed Università

Come messaggio di apertura di questo blog mi piace inserire un estratto di un messaggio inviato sul forum da un mio ex-allievo.

"Un saluto al prof. e una raccomandazione ai ragazzi della attuale 5^ liceo scientifico: studiate, finché potete, che all'università non vi aspetta nessuno... Si fa un argomento nuovo ogni due giorni e un pomeriggio non basta mai per studiare e fare gli esercizi: la selezione è spietata (cito le testuali parole del mio prof. di matematica: 'O studiate da subito o siete morti').

Non imprecate troppo contro il professore: quando arriverete qui vi accorgerete di quanto preziosi siano stati i tre anni spesi con lui. Perfino quando quello che spiega vi entra da un orecchio e vi esce dall'altro (la maggior parte delle volte, starete pensando...), quel poco che resta fa la differenza qui in aula: studiare ora vuol dire risparmiare tempo il prossimo anno, in cui non capire un teorema spiegato in un minuto vuol dire non capire niente per tutta l'ora di lezione....

E per chi di voi dice:'tanto non farò matematica all'università...', ascoltatelo lo stesso,perché non è tanto la matematica che vi insegna, quanto il far funzionare la testa, e quello vi serve, sia che facciate ingegneria, medicina, lingue o lettere.

Per sopravvivere all'università, ancora prima di saper studiare, bisogna saper pensare!!"

Luciano Battaia  - 07/01/2004

Commenti

Credo che le considerazioni espresse dall'ex studente del liceo scientifico M.G. siano reali, anche se sono sicuro che vi siano molte differenze all'interno delle singole facoltà e delle sedi universitarie. L'unica cosa con la quale non concordo è il tono allarmistico e "terrorizzante" utilizzato. Non condivido ciò perché penso che l'ultima cosa di cui uno studente di 5^ liceo abbia bisogno sia di essere ulteriormente spaventato. Giungono molte voci dal "mondo esterno" al liceo e tutte concordano sul fatto che bisogna studiare. Ritengo comunque che sia poco opportuno continuare a sottovalutare le potenzialità dei singoli, invece che aiutare a solidificare la personalità ed aumentare il grado di autostima. Non credo che una persona che sia di natura poco incline allo studio venga stimolata solo sottolineando pubblicamente questa condizione. In ogni caso il quadro della situazione fornito è chiaro ed utile alla riflessione nelle scelte future di chi intende proseguire negli studi.

cheever - 11/01/2004


...il mio non voleva essere affatto un messaggio per spaventare voi studenti...è una semplice constatazione di come mi sono apparse le cose adesso che sono all'università!...ovviamente parlo per me, che frequento Ingegneria dell'Informazione a Padova: sicuramente esistono città,università e corsi di laurea in cui le cose non stanno come le ho descritte (gli esempi abbondano anche qui a padova )...le vie dello studio (e del "non studio") sono infinite...

se avessi voluto spaventarvi vi avrei riferito cosa il professore di matematica ci ha detto il primo giorno di lezione, prima di cominciare a spiegare:

"Voi non lo sapete, ma io so bene che tra un anno, su questi stessi banchi, un terzo di questa classe non ci sarà più."

Oppure che di tutti gli studenti che hanno dato i primi due esami della mia classe (circa 200), solo il 30 % circa li ha passati!!

...non comprendo invece il significato della seconda metò del tuo commento!! Buono studio a tutti ^_^

falcon - 24/01/2004


Be'...io posso raccontare la mia esperienza. Diciamo che alle superiori ho studiato tanto, forse troppo (potevo divertirmi di più). Giunto all'Università mi sono un po' perso. Stare da solo in una città diversa dalla tua (nel mio caso Udine) a 19 anni ha i pro ed i contro. Diciamo che i pro li ho sperimentati tutti...ma anche i contro si sono fatti sentire. Alle superiori (a parte l'ultima settimana di giugno che non fa testo) ho marinato solo una volta, mentre all'Università quando non avevo voglia non andavo a lezione: terribile boiata!!!! Una lezione persa all'Università vale una settimana del liceo!! E poi faticavo ad organizzarmi, non avevo voglia di fare niente. Poi, durante le sessioni degli esami, studiavo 10 ore al giorno e mi rimettevo in carreggiata. Il risultato di questo difficile ambientamento si è fatto sentire: 10 esami su 17 nei primi tre anni (di ing. gestionale però...non me ne vogliano gli studenti di alcune facoltà ma non c'è paragone sulla difficoltà !!!!). Poi ho fatto una scelta drastica: via dall'appartamento ed ho iniziato a fare il pendolare. Risultato: a metà del quinto anno ho fatto 21 esami su 24 e ora me ne mancano 8.

Tutto questo l'ho detto non per informarvi circa il mio curriculum scolastico, ma per dire che per riuscire all'Università serve:

  1. ORGANIZZAZIONE: alle superiori c'è sempre qualcuno che verifica la tua preparazione e, volente o nolente, qualcosa la si studia sempre. All'Università, invece, c'è la sessione degli esami alla fine e una persona può tranquillamente non fare nulla per due tre mesi.
  2. EQUILIBRIO TRA DIVERTIMENTO E STUDIO: Lo so che ci si trova da soli e le tentazioni sono molte...anzi all'inizio è impossibile studiare, almeno per me è stato così.
  3. FARE GLI ESAMI DIFFICILI SUBITO ED AL PRIMO APPELLO: perché quelli più facili si fanno quando si vuole e non è bello trovarsi all'ultimo anno di Università con, per es., Elettrotecnica, Scienza delle Costruzioni, Fisica II e Macchine ancora da fare...
  4. VOGLIA.

Spero di non risultare pedante con queste mie riflessioni, ma tutto è nato dal fatto che quando a 19 anni mi dicevano queste cose io me ne strafregavo, mentre solo adesso capisco quanto sono vere.

Un'ultima cosa: il brutto è che quando finisci l'Università sei solo all'inizio. Praticamente hai un insieme di nozioni piuttosto indefinito e vago e quando un professore (nel mio caso quello di gestione aziendale) ti dice "ragazzi, voi userete al massimo 3 dei 29 esami che farete" ti cascano le braccia e non solo quelle !!.

Quindi ragazzi, adesso che potete ...divertitevi, studiate il giusto e ascoltate il prof. Battaia, che ne vale la pena.

cavrizio - 20/02/2004


Io sono all'inizio, ma sottoscrivo in pieno quanto detto su quello che serve per farcela all'università....e sono d'accordo con te (i miei compagni che fanno altre facoltà non me ne vogliano!!) che come ingegneria ce ne sono pochissime (per quelle che conosco...credo che fisica a TS, o quello che fa Pizzi alla Normale di Pisa siano forse più difficili, credo!! ma poche altre!!!)

falcon - 12/03/2004


"Voi non lo sapete, ma io so bene che tra un anno, su questi stessi banchi, un terzo di questa classe non ci sarà più."

Chi ha detto questa frase ha ripreso più o meno consapevolmente il capo del Comando Bombardieri della RAF -Arthur Harris- che disse "voi non lo sapete ma alla fine un terzo di voi non ci saranno più ".

Un' ideologia ora caduta ha trasformato l'Università in un lager. E' impensabile che l'apprendimento deve avvenire secondo tempi e modalità uguali per tutti.

Ferrante - 24/08/2004


Sinceramente non volevo dire nulla di particolare se non che mi fate tutti molta invidia perché siete dei tosti e mi piacerebbe anche a me essere così spigliata non solo a parole ma anche a fatti: c'è chi raccontava di come sia utile ascoltare il prof. alle superiori, chi per aver perso un giorno di università recupera con dieci ore di studio per non so quanto. Io sono un po' forestiera da questo punto di vista per quel che riguarda l'Università che ho iniziato nel 2001 da non frequentante dopo aver terminato un Istituto superiore tecnico a pieni voti, mi ero un po' incoraggiata rispetto al fatto che probabilmente non nasciamo imparati e che se ci diamo da fare e ci rimbocchiamo le maniche la possibilità di ottenere buoni risultati c'è. Ora non ho voglia di imbarcarmi in un racconto da strappa lacrime come quello che potrebbe essere il racconto della mia vita, dico solo che l'esistenza per alcuni riserva un bel cammino e per altri qualcosa di diverso, a volte di molto diverso, ma pazienza, la vita va così e non ci si può far niente. Comunque per tornare al discorso Università, io ci sono approdata in quell'anno come studente lavoratore e ancora oggi sono uno studente lavoratore che si dimena tra lo studio e il lavoro, una casa ed un marito. Diciamo che a volte mi manca il coraggio e mi farebbe piacere riceverne da voi che sento così determinati. Non sono vecchissima, ho 24 anni e tanta voglia di fare, altrettanta di studiare, ma mi avvilisco un po' quando vedo, come mi è appena successo, che è vero che all' Università non ti aspetta nessuno, e se nel passato non solo la vita ma neanche la scuola a causa di questa ti ha sempre sorriso poco o raramente, dopo sì, sono cacchi amari. Non so, datemi delle dritte e soprattutto del tu. C'è qualche studente lavoratore messo come me? C'è qualcuno che ha voglia di farmi uno schizzo verbali di come dovrebbe essere lo studente lavoratore che può riuscire all'Università? Fatemi sapere, io intanto vedrò di armarmi di tanta pazienza e di una bella faccia tosta anche davanti a quei docenti che ti rimandano se non sai a memoria (e con le stesse identiche parole che questo ha utilizzato), la dispensa di geometria che questo aveva scritto in aramaico ^_^ !

isa18 - 28/04/2005